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Flashpoint a Endo2023 di Chicago: servono più ricerche su sostanze e miscele che agiscono sugli apparati endocrini umani

Flashpoint presenta a ENDO2023 di Chicago uno studio, realizzato in collaborazione con l’Università di Pisa, evidenziando l’insufficiente conoscenza degli effetti di sostanze e miscele, usate anche in campo alimentare, sugli apparati tiroidei e riproduttivi

Cascina, 12 giugno 2023. Flashpoint, leader italiano nella consulenza e formazione sulla gestione dei prodotti chimici, presenterà a ENDO2023 di Chicago, il massimo evento mondiale nel campo della ricerca e della cura di patologie endocrinologiche, i risultati di uno studio condotto in collaborazione con il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa. Dal 2025 è infatti prevista l’introduzione di una nuova normativa che imporrà la classificazione di sostanze e miscele in funzione dei loro impatti sugli apparati endocrinologici umani e in questo contesto Flashpoint ha scelto di anticipare i tempi con uno specifico studio, mirando a migliorare le procedure di valutazione del rischio di tali sostanze.

Il tema è della massima importanza dato che tra le sostanze e miscele oggetto di indagine molte sono impiegate in contenitori per alimenti o altri oggetti di uso comune e dunque la conoscenza dei loro effetti sull’organismo umano e animale è un obiettivo fondamentale.

In questo contesto, il board scientifico di ENDO2023 ha selezionato lo studio di Flashpoint, condotto dal dott. Luca Campisi (Flashpoint), dalla professoressa Concettina La Motta (Dipartimento di Farmacia, Università di Pisa) e dal Dott. Scibilia (Flashpoint), per essere presentato nel corso del Convegno poiché mette in luce, al fine di migliorare l’attuale procedura di valutazione del rischio, l’insufficiente stato delle odierne conoscenze sugli effetti delle sostanze chimiche alteranti il sistema endocrino (EDC).

Lo studio si è particolarmente concentrato su sostanze e miscele comunemente usate nella fabbricazione di materiali e oggetti a contatto con gli alimenti e sulle loro possibili influenze sugli apparati tiroidei e urogenitali, maschili e femminili, dimostrando come i metodi attualmente standardizzati non siano del tutto sufficienti per identificarne e valutarne la complessa tossicità. La sempre più ampia diffusione di simili materiali e oggetti sul mercato globale ha innalzato l’esposizione costante e cumulativa dei consumatori agli agenti chimici in essi contenuti, e questo rende urgente l’introduzione di una disciplina sulla materia. Lo studio rileva che una serie di elenchi comprendenti sostanze chimiche usate per la fabbricazione di materiali e articoli a contatto con gli alimenti sono stati redatti da autorità di regolamentazione internazionali e organismi pubblici e privati; tuttavia, evidenzia anche che, oltre a non essere armonizzati, questi elenchi non forniscono informazioni sistematiche e omogenee sulle loro proprietà disgreganti a livello della tiroide. Oltre a questo, lo studio fa anche rilevare la limitata e frammentata consapevolezza scientifica corrente sul profilo di sicurezza tiroidea dei composti intenzionalmente utilizzati in campo alimentare, auspicando quindi un’intensa attività di ricerca e condivisione delle informazioni per colmare il gap di conoscenza esistente.

Luca Campisi

“Abbiamo effettuato un’indagine approfondita dei database disponibili di sostanze chimiche usate per produrre materiali e oggetti a contatto con gli alimenti, selezionando sedici EDC con elevati livelli di incertezza riguardo al profilo tossicologico e/o scarsità di informazioni sui dati relativi all’esposizione umana. I composti selezionati dovrebbero essere studiati con strumenti computazionali, studi in vitro e studi in vivo, per accertarne gli eventuali effetti avversi sulla tiroide. I risultati ottenuti consentirebbero di costruire una mappa del rischio affidabile, di cui può beneficiare l’intera popolazione mondiale.” ha dichiarato il dott. Luca Campisi, ricercatore di Flashpoint e primo autore dello studio.

Gabriele Scibilia Flashpoint

“La presenza di EDC nei prodotti è certamente un problema da risolvere, sia sotto il profilo tecnico che legislativo. Lo studio condotto rappresenta un punto di partenza utile ad avviare un processo di gestione consapevole delle sostanze in esame”. ha dichiarato il dott. Gabriele Scibilia, titolare di Flashpoint e coautore dello studio.

A questo link potete scaricare la cartella stampa.


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